La Madonna del Piliere torna a casa

La madonna del Piliere torna nella sua casa, 5 agosto 2017

Sarà festeggiato con una Messa solenne celebrata da Don Giuseppe Iozzia, sabato alle ore 10 presso la Chiesa di S.Maria del Piliere, il ritorno della bellissima statua lignea cinquecentesca che rappresenta la Madonna con il Bambino assente dal suo luogo di provenienza da oltre 50 anni.

Ricoverata per ragioni di sicurezza negli anni 60 presso il Museo Diocesano di Palermo e reduce da un importante restauro progettato e diretto da Mauro Sebastianelli e realizzato da Rosalia Teri come tesi di laurea magistrale per il corso di Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, in accordo tra l’Associazione Amici dei Musei Siciliani, il Museo Diocesano e l’Ufficio Beni Culturali della Curia la preziosa statua verrà esposta al pubblico dal 5 agosto, giorno in cui la Madonna del Piliere veniva storicamente venerata dalla città, al 29 ottobre giorno di chiusura delle prossime “Vie dei Tesori” e sarà possibile visitarla tutti i sabato e le domeniche dalle 10,00 alle 18,00.

“Il ritorno della Madonna sul suo piliere è un evento culturalmente e spiritualmente importante per la Chiesa di S.Maria del Piliere che recupera la sua immagine iconografica più significativa, e per la città; ringrazio il Museo Diocesano e l’Ufficio Beni culturali della Curia per aver voluto condividere questa iniziativa che restituisce alla Sacra Immagine il luogo per cui era stata commissionata ed ai palermitani un motivo di profonda devozione. Questa esposizione, seppur temporanea, prosegue il lungo percorso di tutela, gestione e valorizzazione che da tanti anni portiamo avanti insieme alla Curia, con l’idea di voler provare a restituire alla città i suoi luoghi, il suo patrimonio curato ed amato, con il rispetto dovuto ad un’eredità che abbiamo il dovere di mantenere e trasmettere alle generazioni future” dice Bernardo Tortorici di Raffadali, Presidente degli Amici dei Musei Siciliani.

Nata a scopo devozionale su iniziativa privata, successivamente utilizzata come oratorio di “unione” di maestranza, di compagnia, la chiesa della Madonna del Piliere nei suoi quasi cinque secoli di vita cela una intricata vicenda. Il sentimento religioso dei palermitani, conforme a quello spagnolo, si manifesterà nel capoluogo con la celebrazione dei più noti culti mariani di matrice spagnola grazie l’uso di simulacri lignei: la piccola statua raffigurante la Madonna del Piliere, oggi al Museo Diocesano, intesa come Nuestra Señora del Pilar del celebre Santuario di Saragozza, era venerataa Palermo,come sappiamo da alcune fonti, fin dal 1539.

Riassumendo efficacemente il percorso storico, a partire dal ritrovamento, nel 1539, di una immagine della Madonna, sotterrata al tempo dei “saraceni”, ossia durante la dominazione araba, quando l’immagine sarebbe stata nascosta per essere sottratta alla profanazione da parte degli “infedeli”, una volta rinvenuta miracolosamente durante lo scavo di un pozzo vicino al muro settentrionale della chiesa attuale, venne subito provvisoriamente collocata su di un pilastro, “piliere” in dialetto siciliano, che sorgeva nei pressi. Due anni dopo il ritrovamento della sacra immagine la nobile palermitana Giulia, vedova del notaio Giovanni Vito de Panicolis, la cui casa sorgeva a pochi passi, dispone la costruzione di una piccola chiesa dedicata alla Madonna del Piliere, nella quale ospitare l’icona.

Occorre specificare che grazie a recenti ricerche d’archivio è stato possibile risalire a nuove informazioni. Necessita chiarire che l’esecuzione della statuetta della Madonna del Piliere è da riferirsi ai primi decenni del Cinquecento, ossia più o meno contemporaneamente alla data del suo presunto ritrovamento e non al tempo dei “saraceni”, ossia durante la dominazione araba, quando l’immagine sarebbe stata nascosta, infatti l’icona che venne trovata nel pozzo non fu una scultura lignea, bensì una immagine dipinta non più rintracciabile, sostituita nel corso dei secoli con la scultura lignea ancora oggi esistente.

È probabile che la fondatrice della chiesa servendosi di un paio di scultori per la realizzazione di sculture destinate alla stessa chiesa, si servì o di Giuseppe Spatafora o di Vincenzo Pernaci, per realizzare l’icona lignea, la Madonna col Bambino ancora esistente, che, posta su una colonna, dovette essere presto collocata all’interno della chiesa, insieme col dipinto ritrovato nel pozzo.

È probabile che nei primi anni del Settecento, in un rinnovamento dei sacri arredi della chiesa ormai trasformata in oratorio, la statuetta della Madonna del Piliere venne trasformata in Madonna degli Angeli. Sappiamo infatti che il 24 gennaio 1700 la compagnia degli Angelini spende 3 onze per “addorare e fare la veste alla d(ett)a Madonna e farla toccare dal pittore”.

Si spiega in tal modo la doppia datazione della decorazione della veste della Vergine, quella più antica, probabilmente coeva o di poco posteriore alla esecuzione della statua, ancora visibile solo nella parte posteriore di essa, decorata con motivi fitomorfi dorati sul fondo celeste della veste, e un’altra più recente riguardante la parte anteriore della statua, con la veste della Madonna interamente ridipinta a motivi floreali color verde e oro su fondo oro, databile proprio ai primi del sec. XVIII.“

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